È in questa fascia di transizione tra l’alta e la bassa pianura che si
verifica un fenomeno naturale molto importante:
l’affioramento spontaneo della falda freatica, con conseguente formazione di risorgive, ovvero sorgenti di acqua purissima e fresca. Questo fenomeno è il risultato di particolari caratteristiche del suolo che lo rendono non molto diffuso in natura. Nel versante appenninico della Pianura Padana ad esempio le risorgive sono piuttosto rare e di modesta portata, mentre, nel versante alpino, la fascia delle risorgive può avere un'ampiezza fino a 50 chilometri.
l’affioramento spontaneo della falda freatica, con conseguente formazione di risorgive, ovvero sorgenti di acqua purissima e fresca. Questo fenomeno è il risultato di particolari caratteristiche del suolo che lo rendono non molto diffuso in natura. Nel versante appenninico della Pianura Padana ad esempio le risorgive sono piuttosto rare e di modesta portata, mentre, nel versante alpino, la fascia delle risorgive può avere un'ampiezza fino a 50 chilometri.
Nella zona interessata dal progetto le risorgive non danno origine a
“grandi” fiumi, come avviene in aree limitrofe, ma originano invece un fitto
reticolo di piccoli corsi d’acqua che solo molto più a valle confluiscono in
fiumi di maggiore portata, creando, con le fasce di vegetazione arborea che li
bordano, un tipico paesaggio che in alcune aree assume la forma dei “campi
chiusi”.
Questo paesaggio, creato da acque limpide e cristalline, rende la pianura
padano-veneta unica a livello europeo per la sua ricchezza di corsi d’acqua che
vanno a influire positivamente anche sull’agricoltura, oltre ad essere luoghi
ricchi di biodiversità con specie anche di interesse comunitario, come la Lampreda
e la Rana di Lataste.
Eppure le risorgive stanno sparendo. Perchè?
La prima causa è da ricercare nelle portate, sempre più esigue. Negli ultimi 30 anni in tutta la fascia delle risorgive venete si è assistito ad un progressivo abbassarsi della falda freatica, con conseguente riduzione della portata complessiva di tutto il sistema. Questo perché anche a monte, nella zona di naturale ricarica di questi corsi d’acqua, il bilancio idrologico è entrato in crisi: il livello medio dei fiumi alpini si è abbassato a causa delle escavazioni di ghiaia e alla modifica del regime pluviometrico, molto terreno favorevole all’infiltrazione dell’acqua è stato convertito in zone edificabili con alto tasso di urbanizzazione e sono aumentati i punti in cui le falde stesse sono sfruttate per le attività agricole, industriali e civili.
Secondo un’indagine condotta nel 1997 dal Consorzio di Bonifica
Pedemontano-Brenta, dal 1970 le risorgive principali attive nell’area sono
passate da 66 a 41 e la loro portata complessiva è passata dai 15 m3/ sec degli
anni ’60 a 3-4 m3/sec.
La prima causa è da ricercare nelle portate, sempre più esigue. Negli ultimi 30 anni in tutta la fascia delle risorgive venete si è assistito ad un progressivo abbassarsi della falda freatica, con conseguente riduzione della portata complessiva di tutto il sistema. Questo perché anche a monte, nella zona di naturale ricarica di questi corsi d’acqua, il bilancio idrologico è entrato in crisi: il livello medio dei fiumi alpini si è abbassato a causa delle escavazioni di ghiaia e alla modifica del regime pluviometrico, molto terreno favorevole all’infiltrazione dell’acqua è stato convertito in zone edificabili con alto tasso di urbanizzazione e sono aumentati i punti in cui le falde stesse sono sfruttate per le attività agricole, industriali e civili.
Zona d'ombra creata dalla fascia riparia |
Negli ultimi decenni sono dunque scomparse oltre l’80% delle risorgive e la
previsione è che se non verranno messe in atto iniziative compensative, in
grado di contrastare il lento abbassarsi della falda freatica, nel giro di
10-20 anni si assisterà al disseccamento della maggior parte delle risorgive
esistenti.
Il secondo grande problema che hanno queste preziosissime fonti d’acqua è
che la loro qualità sta peggiorando. I tassi di azoto sono incrementati
favorendo processi di eutrofizzazione che vanno a danneggiare le funzionalità
degli ecosistemi fluviali.
Ovviamente è l’agricoltura la causa prima di questo innaturale arricchimento in nutrienti delle acque di falda, coadiuvata dagli scarichi dei depuratori civili che vengono intercettati durante il percorso.
Ovviamente è l’agricoltura la causa prima di questo innaturale arricchimento in nutrienti delle acque di falda, coadiuvata dagli scarichi dei depuratori civili che vengono intercettati durante il percorso.
Lo sviluppo delle attività umane nell’alta pianura vicentina negli ultimi decenni
ha generato diversi fattori di
rischio per la protezione della qualità delle acque sotterranee, ed è in
questo contesto che si inserisce il progetto LIFE RISORGIVE, fortemente voluto
dal Comitato Risorgive Bressanvido e dall’amministrazione comunale, e che vuole essere un progetto
dimostrativo ed esemplare.
Perchè LIFE RISORGIVE?
Abbiamo già visto come le acque di risorgiva siano di grande importanza per
l’uomo, in realtà le loro caratteristiche così peculiari sono di grande
rilevanza anche dal punto di vista ecologico perché permettono l’insediamento
di particolari biocenosi che danno origine a diversi ecosistemi; le risorgive
costituiscono dunque un formidabile serbatoio di biodiversità collocato
in un contesto agricolo specializzato (zootecnia da latte) che invece
è spesso orientato alla semplificazione della componente biologica,
privilegiando le specie coltivate a scapito di quelle selvatiche. Se
preservate, costituiscono quindi una infrastruttura verde attraverso la quale i
servizi ecosistemici si distribuiscono nel territorio contribuendo
significativamente al benessere dell’uomo e alla stessa economia agricola:
ecoturismo, fornitura di acque pulite, riduzione della calura estiva.
Il progetto prevede il ripristino e consolidamento della infrastruttura verde costituita dalla rete di risorgive, corsi d’acqua e relativi ambienti ripariali ed il recupero della funzionalità dei servizi ecosistemici erogati, riportando gli ambienti a condizioni di elevata naturalità e biodiversità.
Il progetto prevede il ripristino e consolidamento della infrastruttura verde costituita dalla rete di risorgive, corsi d’acqua e relativi ambienti ripariali ed il recupero della funzionalità dei servizi ecosistemici erogati, riportando gli ambienti a condizioni di elevata naturalità e biodiversità.
Il recupero sta interessando 26 sistemi di risorgive (per un totale di 43
capofonti) già individuate in un censimento precedente e rive, rogge e corsi
d’acqua ad esse collegati.
Gli interventi previsti sono stati condotti sia in alveo sia sulle rive, così come si è intervenuto nelle aree circostanti i capofonti e nei tratti iniziali delle rogge di risorgive, prevedendo il miglioramento del flusso idrico e anche la realizzazione di boschetti allo scopo di creare aree tampone a difesa della qualità delle acque nei punti che sono stati individuati come hot spot della biodiversità locale, monitorata dalla società Aquaprogram. Le azioni di gestione dei capofonti e delle rogge di risorgiva sono svolte dal Consorzio di Bonifica Brenta.
Per rimpolpare la fascia riparia sono stati fatti impianti di specie erbacee ed
arboree, realizzati con materiale vegetale autoctono moltiplicato a partire da
semi e talee prelevati in loco da Veneto Agricoltura, l’azienda regionale per
l’innovazione in agricoltura.
Gli interventi previsti sono stati condotti sia in alveo sia sulle rive, così come si è intervenuto nelle aree circostanti i capofonti e nei tratti iniziali delle rogge di risorgive, prevedendo il miglioramento del flusso idrico e anche la realizzazione di boschetti allo scopo di creare aree tampone a difesa della qualità delle acque nei punti che sono stati individuati come hot spot della biodiversità locale, monitorata dalla società Aquaprogram. Le azioni di gestione dei capofonti e delle rogge di risorgiva sono svolte dal Consorzio di Bonifica Brenta.
Risorgiva Girosa |
Per far conoscere e migliorare la fruizione le tre principali rogge che
scaturiscono dalle risorgive esse sono state affiancate da percorsi pedonali e
ciclabili realizzati con tecniche a basso impatto.
Per rendere ancora più chiara l’importanza di questo fenomeno ai locali (e
non) il Comune di Bressanvido sta completando una risorgiva con finalità dimostrativa e
didattica in uno spazio verde a fianco alla piazza
comunale e ha collocato pannelli informativi in punti strategici.
Numerosi sono dunque gli obiettivi che questo progetto si pone, oltre a
quello puramente ecologico e di sostegno per un ambiente naturale in crisi
tramite il recupero delle risorgive, gli amici di Bressanvido sembrano voler
gridare a gran voce l’importanza degli agricoltori nella conservazione della
natura, esaltando l’efficacia dei processi partecipativi nella
realizzazione di progetti per la conservazione della natura e delle
biodiversità. A questo scopo sono state realizzate varie giornate formative
sull’uso dei bandi del Piano di Sviluppo Rurale per replicare interventi simili
da parte dei consorzi di bonifica e degli agricoltori ed è in corso di
elaborazione un “Contratto di Risorgiva” che, similmente ai contratti di fiume,
metterà in collaborazione tutti i portatori di interesse per una gestione
partecipata e coerente di questi importanti habitat.
Scolaresca in gita a LIFE Risorgive |
Passerelle realizzate per pedoni e biciclette |
Non ci resta che augurare un buon proseguimento di progetto a chi, con
tanta dedizione, ha deciso di impegnarsi in questa iniziativa.
(P.S. nell'ambito di questo progetto svolgo consulenza sulla gestione del progetto LIFE)
Articolo di Stefano Picchi e Maila Cicero.
Foto dal sito web www.liferisorgive.it e https://www.facebook.com/liferisorgive/ .
(P.S. nell'ambito di questo progetto svolgo consulenza sulla gestione del progetto LIFE)
Articolo di Stefano Picchi e Maila Cicero.
Foto dal sito web www.liferisorgive.it e https://www.facebook.com/liferisorgive/ .