mercoledì 14 dicembre 2016

L’elaborazione di un progetto europeo non è un hobby, e va retribuita, ecco perchè

Prima o poi a ogni europrogettista accade di essere interpellato per elaborare un progetto a titolo gratuito, con la promessa di una consulenza “a buon fine” se il progetto sarà finanziato. Ci sono vari motivi per cui tali proposte vanno gentilmente rifiutate, soprattutto se si è già dei professionisti del settore e, di per sé, sono talmente ovvi da non dover essere neanche illustrati. Quel che è certo è che se tutti i progettisti europei rifiutassero di elaborare progetti a buon fine nessuno si sognerebbe di chiedere consulenze gratuite e ci sarebbe più lavoro per tutti con compensi più giusti.
Elaborare progetti a valere su finanziamenti europei è un lavoro lungo, a volte noioso, a volte avvincente, ma che necessita dell’adeguata professionalità, di esperienza, di molto tempo per essere svolto a dovere e comporta lavorare con la pressione delle scadenze. Nonostante ciò, mentre non ci si sognerebbe mai di chiedere a un idraulico o a un dentista di lavorare gratis, all’europrogettista spesso capita, sebbene elaborare un progetto impegna settimane o mesi di lavoro e può generare enormi introiti economici di cofinanziamenti europei, a differenza di altri mestieri.

Ecco, a mio avviso, alcuni buoni motivi per non elaborare progetti gratuitamente dal punto di vista professionale (il volontariato è un’altra cosa):


Il rischio non può ricadere solo sul consulente
Il committente potrebbe dire “ma se il progetto non verrà approvato io ci rimetto” avendo pagato la progettazione. Ragionamento comprensibile, ma allo stesso tempo, perché tutto il rischio di un eventuale insuccesso dovrebbe ricadere sul progettista europeo, che avendo lavorato gratis ci rimetterebbe in toto, e per nulla sull’ente committente? Parliamo di mesi di lavoro! Tale rischio è, tra l’altro, solo in parte dovuto alla qualità del lavoro svolto dall’europrogettista, perché può dipendere dall’inaffidabilità dei partner di progetto scelti dal committente, da decisioni dell’ultimo minuto di non presentare il progetto o dall’idea di fondo non adatta al bando ma non modificabile dal progettista.

Dignità umana
Proporre di lavorare gratis è disonorevole per il committente, altrettanto disonorevole è lavorare gratis per chi accetta, corrisponde a una mancanza di rispetto per sé stessi e per le proprie capacità (per quanto mi riguarda, per quanto ami il lavoro, ritengo più appaganti altre attività gratuite come stare in famiglia  o camminare in un bosco).


Rispetto della Costituzione italiana
Visto che se ne parla tanto, ricordo che l’articolo 36 della Costituzione impone una retribuzione proporzionata per ogni prestazione lavorativa resa. Inoltre, la Cassazione ha stabilito in una recente sentenza che “Ogni attività lavorativa è presunta a titolo oneroso salvo che si dimostri la sussistenza di una finalità di solidarietà in luogo di quella lucrativa…”(sentenza 26.01.2009 n° 1833).

Equità sociale
Non è ben chiaro perché il consulente dovrebbe elaborare il progetto gratuitamente, magari in estate a causa delle scadenze, senza poter andare serenamente in ferie o altro,  mentre contemporaneamente tutto il personale fisso dell’ente che richiede la progettazione gratuita (dal portiere al direttore generale) riceve uno stipendio e può andare in vacanza con le ferie pagate. Questo, a fronte della possibilità del consulente di essere il “generatore” di un introito per l’ente di centinaia di migliaia di euro, a volte anche milioni, garantendo spesso la sussistenza dei posti fissi dell’ente, anche di quelli che rappresentano solo un costo.

Come rifiutare una proposta così allettante come lavorare gratis, senza scendere sul piano di chi abbiamo di fronte?
Di fronte a queste richieste, il gentile rifiuto può essere espresso in vari modi, come “Sarebbe bello lavorare per la gloria, ma non me lo posso permettere, ho famiglia e molte spese” o “Per fortuna ho clienti che sono disposti a pagare affinché lavori con loro e, per fortuna, non ho bisogno di ulteriore visibilità”, solo per citare le forme più gentili.
Per esprimere un rifiuto più deciso, si possono esprimere le motivazioni che ho esposto sopra.

Sono certo che quando si ha di fronte un committente ragionevole e cosciente dello sforzo necessario, sia possibile trovare dei punti di incontro tra 0€ e la cifra che si merita, ma vi è anche da dire che se il punto di partenza della trattativa è 0 difficilmente si troverà un punto d’incontro, perché significa che chi avete di fronte non ha capito le basi del ragionamento.

AGGIORNAMENTO del 14/08/2018: Il TAR della Calabria ha sancito che non è possibile espletare bandi pubblici che non prevedano un compenso, visto che l'ordinamento italiano prevede che il compenso sia proporzionato alla quantità e qualità del lavoro svolto.


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