mercoledì 27 agosto 2025

Il cuore verde d'Italia: come la conservazione del territorio privato protegge il nostro patrimonio naturale

Negli ultimi anni ho lavorato con il WWF e altre organizzazioni europee sulle aree naturali di proprietà privata e voglio raccontarvi qualche nozione sulla situazione italiana. Per chi fosse interessato ho pubblicato con F. Marcone un manuale per i proprietari privati.

L'Italia, una terra ricca di storia, cultura e paesaggi mozzafiato, è anche un gioiello di biodiversità. Con ben 871 aree protette che coprono oltre 3 milioni di ettari di terra e circa 2,85 milioni di ettari di mare, il nostro Paese vanta un patrimonio naturale vastissimo. Ma come viene gestito e, soprattutto, protetto questo inestimabile tesoro, specialmente quando si tratta di terreni di proprietà privata? Scopriamolo insieme!

L'importanza nascosta della conservazione privata

Spesso pensiamo alle aree protette come enti statali o regionali, ma in Italia, le entità private giocano un ruolo cruciale. Circa il 5,6% delle aree naturali protette – ovvero 49 delle 871 aree elencate ufficialmente – sono gestite da soggetti privati, incluse ONG e Fondazioni. Questo è particolarmente significativo in un Paese con una forte tradizione agricola, dove l'agricoltura ha storicamente avuto la precedenza sulla conservazione del suolo privato.

Tuttavia, le aziende agricole, pur non essendo riconosciute come enti gestori della Rete Natura 2000, svolgono un ruolo chiave nella protezione e valorizzazione delle risorse naturali. Molte di esse si trovano all'interno delle aree Natura 2000, che coprono circa il 19% del territorio terrestre e oltre il 13% del territorio marino nazionale. In particolare, oltre 214.535 aziende agricole ricadono in comuni con aree Natura 2000, rappresentando il 12,8% delle aziende agricole censite da ISTAT nel 2010, e il 15% del totale delle aziende agricole rilevate nell'indagine ISTAT SPA 2013.

Chi lavora per la conservazione? Un mosaico di attori

La conservazione del territorio privato in Italia è un'impresa collettiva che coinvolge diversi attori:

  • Università agrarie e comuni agricoli: Presenti soprattutto nel centro-sud, gestiscono collettivamente risorse naturali come terreni agricoli, foreste, pascoli e risorse idriche. Sono riconosciute come entità private e promuovono pratiche agricole sostenibili e la conservazione del paesaggio rurale.
  • Associazioni fondiarie: Organizzazioni indipendenti di proprietari terrieri privati riconosciute come associazioni di promozione sociale. Possono agire come "land trust", fornendo la gestione del terreno (principalmente pascolo e coltivazione) senza detenere il diritto d'uso. La loro utilità risiede nel promuovere pratiche agricole sostenibili e la conservazione delle aree naturali.
  • Organizzazioni non governative (ONG): Come il WWF Italia, LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli), FAI (Fondo Ambiente Italiano), Slow Food e Legambiente, che lavorano attivamente per la protezione della biodiversità e la conservazione del suolo.
  • Fondazioni private: Ad esempio, Fondazione Giustiniani Bandini, Fondazione Portus, Fondazione Zegna. Ci sono anche Fondazioni come Fondazione Cariplo e Fondazione CON IL SUD che promuovono e finanziano progetti per la valorizzazione del paesaggio rurale e lo sviluppo sostenibile.

Supporto e incentivi: Un aiuto concreto

Per incoraggiare la conservazione, l'Italia offre una serie di strumenti legali, politici e finanziari:

  • Quadro normativo: La Costituzione italiana sottolinea la funzione sociale della proprietà e l'importanza della protezione ambientale e l'uso sostenibile dei territori. Leggi come il "Testo Unico in Materia Ambientale" (legge 152/2006) e la Politica Agricola Comune (PAC) dell'UE guidano la gestione sostenibile del territorio, supportando gli agricoltori, migliorando la produttività agricola, garantendo la sicurezza alimentare e affrontando il cambiamento climatico e l'uso sostenibile delle risorse naturali. Alcuni terreni privati possono anche essere soggetti a Valutazione d'Impatto Ambientale (VIA).
  • Esenzioni fiscali: Esistono diverse agevolazioni, come le esenzioni IRPEF per agricoltori diretti e imprenditori agricoli professionali, l'esenzione TASI per tutti i terreni agricoli e agevolazioni IMU per specifiche destinazioni. Inoltre, sono previste esenzioni per le tasse di successione e donazione di terreni agricoli tra ascendenti e discendenti entro il terzo grado di parentela, a patto che il beneficiario coltivi o gestisca direttamente la terra per un minimo di 6 anni.
  • Finanziamenti e contributi diretti:
    • Fondi PAC: Sostegni diretti agli agricoltori tramite il Fondo Europeo Agricolo di Garanzia (FEAGA) e programmi di sviluppo rurale (FEASR), con fondi europei allocati a livello regionale.
    • Strumento finanziario LIFE: Finanziamenti per progetti di protezione del territorio, della natura e dell'ambiente, proposti da enti pubblici o privati.
    • Pagamento per i servizi ecosistemici (PES): Transazioni volontarie per la fornitura di servizi ecosistemici.
    • Piani di sviluppo rurale e leggi regionali: Fondi per la conservazione e il miglioramento degli ecosistemi agricoli, inclusi pagamenti agroambientali e misure agroforestali.
    • Bandi e agevolazioni specifiche: Come il "Bonus donne in campo" o le aste ISMEA per l'acquisto di terreni agricoli. L'AGEA (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura) offre contributi per l'arrangiamento e la manutenzione di terreni agricoli con alti valori naturalistici o paesaggistici.
  • Incentivi per le donazioni: Le aziende e i privati che sostengono finanziariamente organizzazioni per scopi ambientali possono beneficiare di detrazioni fiscali significative. Le aziende possono dedurre l'importo donato fino al 10% del reddito totale dichiarato, con possibilità di riportare l'eccedenza. I singoli individui possono detrarre il 30% dell'importo donato (fino a 30.000 euro) o dedurre l'importo entro il 10% del reddito totale. Queste agevolazioni si applicano anche alle donazioni in natura.

Responsabilità sociale d'impresa e certificazioni

Anche le aziende giocano un ruolo, non solo tramite sponsorizzazioni ma anche attraverso progetti di compensazione e mitigazione della biodiversità. Grandi nomi come Eni, Barilla e Ferrero implementano iniziative di responsabilità sociale d'impresa (CSR) per proteggere la biodiversità e promuovere la conservazione del territorio. Il WWF Italia, ad esempio, coinvolge i conservazionisti privati nel programma "Oasi affiliate".

Inoltre, diverse certificazioni ed etichette promuovono pratiche sostenibili e l'accesso al mercato per prodotti rispettosi dell'ambiente:

  • Biologico (BIO): Il 16% dei terreni agricoli in Italia sono certificati biologici.
  • UNI 122233: Standard per la produzione integrata, che bilancia metodi biologici, tecnici e chimici per una migliore qualità del prodotto e protezione ambientale.
  • Global G.A.P.: Definisce buone pratiche agricole riconosciute a livello internazionale.
  • SQNPI (Sistema Qualità Nazionale Produzione Integrata): Standard volontario nazionale per le aziende agricole e agroindustriali.
  • FSC/PEFC: Certificazioni per la gestione forestale sostenibile.
  • Fairtrade: Stabilisce standard sociali, economici e ambientali per la produzione sostenibile.
  • ICEA: Certifica entità che si impegnano a migliorare le loro prestazioni economiche, sociali e ambientali.
  • Demeter: Certificazione per prodotti biologici derivanti da agricoltura biodinamica.
  • KM 0: Promuove filiere corte, con produttori e consumatori entro un raggio massimo di 100 km.
  • Carbon Footprint: Misura le emissioni di gas serra lungo il ciclo di vita di un prodotto.

A livello regionale, esistono marchi come "Agriqualità" in Toscana, "Qualità Controllata" in Emilia-Romagna, "Prodotto di Qualità" in Puglia e "Natura in Campo – I prodotti dei parchi" nel Lazio. Progetti come "Terre dell’Oasi" promuovono prodotti biologici certificati all'interno delle aree naturali del WWF e dei siti Natura 2000.

Storie di successo: Le oasi italiane

Per comprendere l'impatto di questi sforzi, basta guardare ad alcuni esempi concreti:

  • L'Oasi di Maccarese (Roma): Un'area di circa 353 ettari, un tempo degradata e a rischio, è stata affidata da un proprietario privato al WWF Italia per oltre 35 anni. Oggi è riconosciuta come sito Natura 2000 e Riserva Statale, con un'eccezionale ricchezza di flora e fauna, frutto di un'attenta gestione e ripristino ambientale.
  • L'Oasi di Orbetello (Toscana): Caratterizzata dalla presenza di migliaia di uccelli migratori, è una Zona a Protezione Speciale (ZPS) e sito RAMSAR, nonché una delle prime aree protette dal WWF negli anni '60. È diventata un modello di integrazione tra protezione e gestione produttiva sostenibile delle aree costiere.

Queste iniziative dimostrano come la collaborazione tra enti pubblici, privati e la società civile sia fondamentale per salvaguardare il nostro inestimabile patrimonio naturale. La conservazione del territorio privato in Italia non è solo una questione di tutela ambientale, ma anche di valorizzazione economica, sociale e culturale, garantendo un futuro più sostenibile per tutti.



martedì 1 luglio 2025

Stefano Picchi: una vita dedicata alla conservazione della natura e dell'ambiente

Nel vasto e complesso mondo della conservazione della natura, il Dr. Stefano Picchi si distingue come una figura di spicco, con una carriera che abbraccia 24 anni di esperienza dedicata alla protezione della biodiversità marina e terrestre, dell'acqua e del suolo. La sua profonda dedizione e competenza sono ulteriormente validate dalla sua recente nomina a membro della IUCN – World Commission on Protected Areas (WCPA), la più autorevole rete globale di esperti in aree protette.

Un percorso costruito sulla conoscenza e l'azione per la biodiversità

La base della sua carriera è solidamente ancorata alla sua formazione accademica: una Laurea in Scienze Naturali, con specializzazione in Conservazione della Natura, conseguita presso l'Università di Bologna nel 2000 con il massimo dei voti. Questo percorso è stato arricchito da esperienze internazionali come la borsa di studio Erasmus all'Università Autonoma di Barcellona nel 1999 e la borsa Leonardo da Vinci ad ATECMA a Madrid nel 2000, dove ha monitorato progetti LIFE Nature in Spagna.

Eccellenza nella gestione di progetti sull'ambiente

Il Dr. Picchi è riconosciuto come un esperto nella gestione e coordinamento di numerosi progetti europei pluriennali. La sua esperienza spazia dalla fase di sviluppo della proposta alla gestione completa, includendo il coordinamento di staff e beneficiari, il monitoraggio delle attività, la valutazione dei risultati, le relazioni cruciali con la Commissione Europea e i revisori, e le attività di comunicazione e advocacy. Tra i progetti significativi che ha gestito o sviluppato figurano:

  • LIFE LANNER (2017-2025): Focalizzato sull'allevamento in cattività e la reintroduzione del Falco Lanario.
  • LIFE DRYLANDS (2020-2025): Gestione e coordinamento di un progetto sulla biodiversità nelle praterie aride.
  • LIFE ENPLC e ELCN (2017-2024): Dedicati allo sviluppo di aree naturali private, Oecm e strumenti finanziari innovativi.
  • LIFE REDUNE (2016-2020): Concentrato sugli ambienti costieri del Veneto.
  • LIFE RISORGIVE (2016-2020): Progetto sugli ambienti fluviali.
  • LIFE+ Monti della Tolfa (2012-2015): Per la protezione di habitat e specie ornitiche rare.
  • LIFE+ Making Good Natura (2012-2016): Sviluppo di strumenti per la valutazione dei servizi ecosistemici nella rete Natura 2000.
  • Ha inoltre coordinato lo sviluppo di proposte per importanti progetti come LIFE PINNA, LIFE CONCEPTU MARIS, LIFE A-MAR NATURA2000 sulla biodiversità marina, e LIFE CLIMAX PO sull'adattamento ai cambiamenti climatici.

La sua competenza si estende anche alla valutazione esterna di proposte di progetti per la Commissione Europea e di progetti ambientali a livello mediterraneo per il programma ENPI CBC MED, fornendo una prospettiva completa sul ciclo di vita dei progetti. Ha anche svolto attività di monitoraggio tecnico e finanziario di progetti in diversi paesi europei per conto della Commissione Europea, agendo da raccordo tra le parti e promuovendo le migliori pratiche.

Leadership strategica e impegno civile

Oltre alla gestione progettuale, il Dr. Picchi ha ricoperto ruoli strategici per la biodiversità marina e costiera, coordinando team multidisciplinari e gestendo attività di fundraising e advocacy. Il suo impegno si riflette anche nel suo volontariato e nelle relazioni con il terzo settore, contribuendo attivamente alle strategie di advocacy di associazioni come LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli), Gruppo 183 ONLUS (per la difesa del suolo e dell'acqua), Hydrosphera (per la protezione delle tartarughe marine) e Triton ETS (per la protezione del mare). Ha promosso la legislazione su acqua, suolo e pianificazione di bacino e organizzato conferenze nazionali sulla Direttiva Quadro sulle Acque.

Didattica, Comunicazione e Divulgazione Scientifica

Dal 2014 al 2024, Stefano Picchi è stato Professore a Contratto presso l'Università di Bologna, dove insegna "Economia Ambientale/Strumenti di Finanziamento per la Conservazione della Natura" e "Pianificazione Europea per la Natura e l'Ambiente". La sua vasta esperienza didattica include seminari sul programma LIFE e corsi di specializzazione sulla gestione di parchi e aree protette, conservazione della fauna selvatica, diritto ambientale e biologia marina.

Le sue eccellenti capacità comunicative sono un tratto distintivo. È un relatore e istruttore di successo, capace di rendere accessibili argomenti complessi, e un attivo comunicatore sui social media, con oltre 3.400 follower su LinkedIn. Ha pubblicato numerosi articoli scientifici e divulgativi, moderato e partecipato come relatore a molteplici conferenze nazionali e internazionali, e rilasciato interviste a stampa, radio e TV, contribuendo significativamente alla divulgazione di tematiche ambientali cruciali.

Un leader ispiratore e organizzato

Descritto come un leader ispiratore e rispettoso, capace di trasmettere la sua passione per la conservazione ambientale, il Dr. Picchi possiede eccellenti capacità di leadership, coordinamento e organizzazione. È abile nella gestione tecnica e finanziaria di progetti complessi finanziati dall'UE e nell'interazione con le istituzioni europee. La sua professionalità è ulteriormente attestata dall'essere iscritto agli elenchi di idonei a ricoprire il ruolo di Direttore di Parchi Nazionali e di Aree Naturali Protette regionali.

Ampio raggio d'azione: collaborazioni strategiche e impatto significativo

Il Dr. Stefano Picchi ha costruito una carriera ricca di collaborazioni con enti di alto profilo a livello nazionale e internazionale, dimostrando una notevole versatilità e un impatto significativo nella conservazione ambientale e nell'europrogettazione. Tra le sue esperienze più rilevanti spiccano:

  • Ruoli internazionali e valutazioni per la Commissione Europea: È membro della IUCN – World Commission on Protected Areas (WCPA) e ha operato come valutatore esterno per proposte di progetti LIFE per conto della Commissione Europea (tramite NTU Consulting), oltre a monitorare progetti LIFE in vari paesi europei per Comunità Ambiente srl. Ha anche valutato progetti ENPI CBC MED per la Regione Autonoma della Sardegna e ha contribuito a report per il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio.
  • Università e Ricerca di Rilievo: È Professore a Contratto all'Università di Bologna e ha ricoperto il ruolo di Project Manager per importanti progetti LIFE presso l'Università di Pavia (LIFE DRYLANDS) e l'Università Ca' Foscari di Venezia (LIFE REDUNE). Ha anche diretto l'ufficio di rappresentanza a Roma di EURAC Research e collaborato con il CURSA Consorzio Universitario (LIFE+ Making Good Natura), l'INEA (ora CREA) e l'ISPRA. Le sue docenze includono svariate università come Teramo, Molise e Firenze.
  • Enti gestori di aree protette e autorità strategiche: Ha gestito progetti LIFE per l'Autorità Monti Cimini e Riserva Naturale Lago di Vico (LIFE LANNER) e ha creato l'ufficio progetti internazionali per l'Autorità di Bacino del Fiume Po. È stato consulente per l'Agenzia Regionale Parchi e ha coordinato lo sportello informazioni progetti per la Federparchi.
  • Organizzazioni Non Governative (ONG) Ambientaliste e Società di Consulenza: Ha gestito progetti LIFE per WWF OASI srl./WWF Italia Foundation, è stato direttore scientifico e membro della TRITON ETS e esperto tecnico-scientifico per Triton research srl.. È stato membro del Consiglio Direttivo Nazionale della LIPU – BIRDLIFE Italia, ha collaborato con il Gruppo 183 ONLUS e l'Hydrosphera – Marine Turtle Recovery Centre, ed è membro di AssoEpi. Ha inoltre gestito progetti LIFE per conto di comuni come Manziana e Bressanvido e fornito consulenza per il FORMEZ Dipartimento della Funzione Pubblica.

Questo compendio evidenzia la sua profonda esperienza e leadership nell'applicazione di strumenti di finanziamento europei per la protezione della biodiversità e lo sviluppo sostenibile.

In sintesi, Stefano Picchi è un professionista altamente qualificato, la cui carriera testimonia un impegno ininterrotto e un impatto tangibile nella conservazione della natura, nella gestione di progetti complessi e nella formazione delle future generazioni di ambientalisti.


lunedì 10 marzo 2025

La Tv generalista per pubblicizzare progetti concreti per la natura, a Geo su Rai3 per LIFE LANNER

Ieri sono andato negli studi di Rai3 alla trasmissione Geo a parlare del falco lanario e del progetto Life Lanner - Falco biarmicus feldeggii che stiamo portando avanti nel Lazio come Riserva Naturale Lago di Vico e tanti valorosi partner. Sono rimasto molto soddisfatto dello spazio che ci hanno dato, della competenza e gentilezza del personale della trasmissione che è utilissima per parlare di ambiente e natura italiana! Tornando a casa, riflettevo di quanto sia importante parlare di tutela della natura con concretezza anche in TV e lanciare messaggi di condivisione!

In studio Stefano Picchi a Geo su Rai3 marzo 2025 con Emanuele Biggi
In studio Stefano Picchi a Geo su Rai3 marzo 2025

 
In questo caso il progetto LIFE LANNER per il raro falco lanario, un progetto sul quale sono lieto si sia soffermata l'attenzione della attenta redazione di Geo di Rai3 che mi ha invitato a parlarne come project manager.

Oltre 1 milione di telespettatori hanno visto la puntata e mi auguro abbiano imparato qualcosa su questa specie dimenticata per troppo tempo, e di cui in Italia ospitiamo le ultime sparute coppie (poche decine).

Sarà servito? servirà? penso di si. In tempi di grandi discorsi sul finanziamento della tutela ambientale e della biodiversità, sostenibilità aziendale e quant'altro mancano spesso nel dibattito e esempi specifici e non facili come questo.
Qui un piccolo estratto del servizio, reperibile su RaiPlay, Geo, Rai3, puntata del 4/3/202 dove ovviamente menziono il pregevole LIFE PROGRAMME cofinanziatore europeo del progetto, che trovate descritto nel sito www.lifelanner.eu . Mentre qui vi è la puntata integrale su RaiPlay dove il nostro servizio è dal minuto 34 (potete scorrere il cursore fino a lì) .

In studio Stefano Picchi a Geo su Rai3 marzo 2025 con Emanuele Biggi
In studio Stefano Picchi a Geo su Rai3 marzo 2025 con Emanuele Biggi

martedì 11 febbraio 2025

Quali saranno le carriere più promettenti nella conservazione della natura fra 10 anni?

Penso che, fra 10 anni, alcune delle carriere più promettenti nella conservazione della natura saranno queste, alcune lo sono già, dunque...prepariamoci ragazzi!


  1. Specialisti in Restauro Ecologico:
    • Lavorano per ripristinare ecosistemi danneggiati, utilizzando tecniche avanzate di biotecnologia e ingegneria ecologica per riportare la biodiversità in aree degradate.
  2. Gestori di Dati Ambientali:
    • Con l'aumento dell'uso della tecnologia, ci sarà una crescente necessità di esperti che possano analizzare grandi quantità di dati per monitorare la salute degli ecosistemi, prevedere cambiamenti climatici e informare le politiche di conservazione.



  1. Biologi della Conservazione con Specializzazione in Genetica:
    • La comprensione della genetica delle popolazioni sarà cruciale per la conservazione di specie a rischio, utilizzando tecniche come l'editing genetico e la selezione assistita per aumentare la resilienza delle specie all'ambiente spesso ormai modificato.
  2. Esperti in Gestione delle Aree Protette:
    • Con l'espansione delle aree marine e terrestri protette, ci sarà bisogno di professionisti che sappiano gestire queste aree in modo sostenibile, bilanciando conservazione con le esigenze delle comunità locali.
  3. Educatori Ambientali e Comunicatori della Scienza:
    • La comunicazione efficace delle problematiche ambientali e delle soluzioni di conservazione sarà essenziale per cambiare comportamenti, politiche e pratiche. Questi professionisti si occuperanno di educare il pubblico, le scuole e i decisori politici.
  4. Innovatori nel Design Sostenibile:
    • Architetti e designer che integrano principi di conservazione nella progettazione di edifici, infrastrutture e comunità urbane che coesistano con la natura, riducendo l'impatto ambientale.
  5. Tecnici di Droni per la Conservazione:
    • Utilizzando droni per il monitoraggio della fauna, la mappatura degli habitat e l'implementazione di interventi di conservazione in aree difficili da raggiungere.
  6. Esperti in Politiche Ambientali e Legislazione:
    • Professionisti che lavorano nell'ambito della creazione e implementazione di leggi e regolamenti per la protezione dell'ambiente, assicurando che le pratiche di conservazione siano sostenute legalmente.
  7. Specialisti in Gestione delle Invasive Species:
    • Con l'aumento delle specie invasive, ci sarà bisogno di esperti che possano gestire e mitigare gli impatti di queste sugli ecosistemi naturali.
  8. Ricercatori in Clima e Conservazione:
    • Studiando come il cambiamento climatico influisce sugli ecosistemi, sviluppando strategie per adattare gli sforzi di conservazione ai nuovi scenari climatici.

Queste carriere non solo offriranno opportunità professionali, ma saranno anche essenziali per affrontare le sfide ambientali globali del prossimo decennio.

A questo proposito ti invito a leggere: