giovedì 23 febbraio 2017

Bravo LIFE! Ma la CE lo usi per finanziare di più Natura2000 e occhio alle incoerenze tra i fondi UE, dice il CESE

Il Comitato economico e sociale europeo ha espresso il suo positivo parere sui primi anni del programma LIFE 2014-2020, in vista della valutazione  che la Commissione Europea dovrà presentare entro il 30 giugno 2017. Sebbene il Comitato consideri prematura una valutazione, dato che molti progetti devono ancora concludersi, ha inteso fornire un’opinione anche riguardo alla futura configurazione del programma LIFE per il periodo 2021-2028 e anche su alcuni punti critici che chi si occupa di progetti LIFE già conosce.

Vi riporto il testo delle conclusioni del parere:


“Il CESE ribadisce  il suo fermo appoggio a mantenere e ampliare un programma di finanziamento specifico per l'ambiente, la protezione e il rafforzamento della biodiversità, l'impiego efficiente delle risorse, lo sviluppo sostenibile e le attività di comunicazione e informazione, nonché per il sostegno delle ONG ambientaliste.

Negli ultimi 25 anni, il programma LIFE è stato fondamentale per la politica ambientale europea e, in misura crescente, anche per quella in materia di sviluppo sostenibile. Tale programma può essere ormai considerato, a giusto titolo, un elemento essenziale della politica ambientale dell'UE, che ha concorso in larga misura a rafforzare.

L'azione del programma LIFE è stata duplice, in quanto i progetti da esso finanziati hanno:

contribuito immediatamente a produrre risultati positivi diretti e tangibili salvando, ad esempio, da rapida estinzione alcune specie minacciate, protette dalla legislazione dell'UE;

consentito alle popolazioni locali di rendersi conto degli approcci positivi che sono alla base della politica ambientale dell'UE e dei benefici che tale politica apporta all'uomo, all'ambiente e alla natura. Il programma LIFE è diventato quindi una specie di "ponte" tra la politica dell'UE e l' "Europa dei cittadini e delle regioni". Questo è particolarmente importante in un momento in cui i cittadini si interrogano sempre più spesso sul valore aggiunto che apporta veramente l'Europa.

Il programma LIFE, di cui è da apprezzare il costante adeguamento alle nuove sfide, ha messo in luce anche l'elevato potenziale che esiste nella società civile e l'enorme disponibilità di quest'ultima a impegnarsi a favore dell'attuazione e dell'ulteriore sviluppo della politica dell'UE in materia di ambiente e di sostenibilità. L'applicazione del diritto dell'UE è molto più di un mero atto legislativo che gli Stati membri devono compiere. La riuscita della politica in materia di ambiente e di sostenibilità dipende dall'accettazione da parte dell'opinione pubblica, deve essere attuata e comunicata in maniera trasparente, e il programma LIFE fornisce anche in questo caso un contributo molto prezioso.

Spesso i progetti LIFE mettono però a nudo anche, in maniera diretta o indiretta, le incoerenze delle decisioni politiche, non da ultimo a livello dell'UE. Per quanto spiacevole ciò possa risultare per alcuni responsabili decisionali, questo fatto è da considerare un elemento prezioso che può favorire, in ultima analisi, una maggiore integrazione della protezione dell'ambiente in altri settori di intervento.

Il recepimento dell'agenda 2030 delle Nazioni Unite (ossia degli obiettivi di sviluppo sostenibile) nelle politiche europee costituisce una delle principali sfide che l'UE dovrà affrontare nei prossimi anni, e il programma LIFE dovrà contribuire in questo senso. Non si tratterà soltanto di lavorare in stretto dialogo con le parti sociali e i gruppi della società civile per trovare le modalità più efficaci di attuare questi obiettivi. Sarà necessario anche un cambiamento di mentalità da parte di molti servizi della Commissione e, al livello degli Stati membri, di molti ministeri, autorità e uffici per i quali la politica di sviluppo sostenibile ha avuto finora un'importanza marginale, in modo che l'integrazione, tanto discussa, della protezione dell'ambiente e della natura nelle altre politiche possa diventare realtà.

Il CESE raccomanda di apportare una serie di modifiche:

Il programma LIFE dovrebbe essere trasformato in uno strumento fondamentale di finanziamento della rete Natura 2000. L'approccio, scelto in passato, di organizzare il finanziamento della rete Natura 2000 principalmente attraverso i fondi europei per lo sviluppo regionale e il secondo pilastro della politica agricola comune (PAC), è da considerarsi insufficiente. A questo proposito, il CESE rimanda al suo parere sull'argomento e chiede un potenziamento, con destinazione specifica, della dotazione del programma LIFE. Al riguardo, bisogna garantire la coerenza tra tutte le misure di sostegno, evitando quindi finanziamenti opposti o duplici rispetto ad altri fondi dell'UE.

Bisognerebbe esaminare il modo per riuscire ancora meglio a trasformare i progetti finanziati dal programma LIFE in veri e propri "progetti pilota", da replicare in altre parti d'Europa, possibilmente senza necessità di ulteriori aiuti.

I progetti di ricerca classici non dovrebbero essere sostenuti dal programma LIFE, anche per garantire una distinzione ancora più netta rispetto al programma Orizzonte 2020.


La componente relativa all'azione per il clima dovrebbe essere ulteriormente sviluppata, soprattutto per quanto riguarda le misure di adattamento che possono essere prese dai cittadini, dagli agricoltori, dalle città, dai comuni e dalle regioni particolarmente colpiti.”

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