martedì 8 settembre 2020

Trovare fondi e risorse per tutelare la natura: riparte il mio corso all'Università di Bologna

Come capite dal titolo, il tema è rilevante, tuttavia non viene quasi mai trattato nei tanti convegni e incontri che si tengono ogni anno in Italia sulla natura, la biodiversità e le aree protette, come se fosse un tabù o come se non fosse importante. Penso invece che una maggiore conoscenza e consapevolezza del tema, a partire dai futuri naturalisti, possa incrementare le risorse disponibili, la natura tutelata e anche i posti dei lavoro in questo settore. A livello mondiale invece si parla spesso di Conservation finance ma nessuna università ha mai offerto un corso del genere ai propri iscritti di Scienze Naturali o materie simili. Dopo aver tenuto per 4 anni nello stesso ateneo il corso di progettazione europea per l'ambiente, che ha riscosso un certo gradimento, quest'anno terrò la terza edizione di questo innovativo insegnamento, giustamente inserito come obbligatorio nel corso di studi della Laurea Magistrale in Scienze e Gestione della Natura.

Alba nella foresta Macchia Grande di Manziana, la cui gestione
non grava sul bilancio pubblico ma è autofinanziata. (foto S.Picchi)

L'oggetto del corso sono i modi e le tecniche per supportare la conservazione della natura alternativi al
finanziamento pubblico ordinario. Il corso partirà il 5 ottobre 2020.
Verranno presentati vari tipi di finanziamento e meccanismi, con particolare attenzione alla situazione italiana ma anche con esempi provenienti da altri paesi. Infatti, se nel secolo scorso, il settore pubblico è stato il principale finanziatore di progetti di conservazione del territorio, creando parchi nazionali, oasi e riserve e sostenendo economicamente il loro funzionamento sta ormai crescendo la consapevolezza che i finanziamenti tradizionali non riescano a tenere il passo con le necessità di maggiori capitali da investire per la sua tutela.
Negli ultimi anni, anche a fronte della crisi e della riduzione dei finanziamenti pubblici, è dunque aumentato il ricorso a fonti alternative di finanziamento, in particolare ai finanziamenti europei LIFE e INTERREG che permettono di svolgere progetti di conservazione di habitat o specie o di gestione della natura in generale.
Altri sviluppi recenti in questo ambito provengono dalle ricerche che hanno portato all’applicazione di Pagamenti per Servizi Ecosistemici o PES, tesi a stabilire il principio che chi beneficia dei beni elargiti dalla natura (es. acqua) debba fornire un supporto economico a chi li sta gestendo in maniera sostenibile, concetto peraltro inserito nella legislazione italiana con la legge 221/2015 c.d. “Collegato Ambientale”.
Tutte queste tipologie di raccolta e gestione di fondi per tutelare la natura rientrano oggi in una nuova disciplina denominata a livello mondiale Conservation finance, che include molte tipologie di incentivi utilizzati in altri paesi, ma poco conosciuti in Italia, basati non solo su strumenti “classici” di finanziamento ma anche su strumenti quali i crediti d’imposta, deduzioni fiscali, prestiti e altre forme di supporto pubbliche e private.
Vista la vastità del tema, e lo scarso scambio di esperienze in materia nel nostro paese, il nuovo corso che si terrà presso l'Università di Bologna da ottobre 2020 a maggio 2021, intende fornire agli allievi quelle conoscenze necessarie che ora mancano.
P.s. Se volete condividere con me casi di successo di modi per finanziare la natura che possano arricchire la già vasta bibliografia e casistica che presenterò potete scrivermi o contattarmi.

Per maggiori dettagli ecco il programma del corso "Strumenti di finanziamento per la conservazione della natura"
e nella rivista Reticula di ISPRA un articolo dove ho descritto in sintesi questo tema: Articolo Conservation finance Picchi

Lezione sui fondi europei per l'ambiente, molto utilizzati dalle aree protette.


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